Luigi Manzoni: incrocio di storie e di vino italiano

Il 29 luglio 2023 ricorre il 135° anniversario della nascita del Professor Luigi Manzoni, membro di spicco della Scuola Enologica di Conegliano, la prima scuola italiana dedicata alla formazione in ambito enologico nella quale entrò da prima come assistente, diventando poi titolare della Cattedra di Scienze Naturali e Patologia vegetale.

Per la realizzazione di questo articolo abbiamo deciso di coinvolgere la Scuola Enologica di Conegliano che ringraziamo per il loro prezioso contributo. Obiettivo dell’articolo, rendere omaggio ad uno dei pionieri della ricerca genetica in ambito enologico quale è stato il Professor Luigi Manzoni, personaggio dalle tante sfumature: agronomo, genetista, ricercatore e infine anche politico e Sindaco di Conegliano.

Luigi Manzoni era originario di Agordo, dove nacque il 29 luglio 1888.  Nel 1912 si laurea in scienze agrarie all’Università di Pisa. Nel novembre dello stesso anno viene assunto dalla Scuola enologica di Conegliano, la prima scuola di enologia in Italia. Rimarrà nella città Veneta fino alla sua morte avvenuta il 31 maggio 1968.

L’Incrocio Manzoni: vitigni made in Treviso

Quale è stato il contributo principale del Professor Manzoni?

Il suo lascito è costituito da circa 70 pubblicazioni per lo più riguardanti l’anatomia della vite, lo studio delle patologie della vite e le ricerche sui consumi idrici delle piante.

Tuttavia quello che ha fatto entrare il Professor Manzoni nella storia del vino, non solo di Treviso, sono stati i sui famosi “Incroci“.
Possiamo individuare due periodi precisi, nei quali il Professor Manzoni, dedicò molto del suo tempo alla ricerca genetica sulla vite:

Il 1° periodo (dal 1924 al 1930) nel quale gli incroci vennero contraddistinti con due numeri:

  • Il primo indicante il numero del filare sul quale si trovava la plantula.
  • Il secondo indicante la posizione del ceppo sul filare stesso.

Il 2° periodo (1930 al 1935) nel quale gli incroci vennero contraddistinti con tre numeri:

  • Il primo indicante il numero del filare sul quale si trovava la plantula.
  • Il secondo è sempre “0”.
  • Il terzo indicante la posizione del ceppo sul filare stesso.

Dalle sue sperimentazioni Manzoni creò 4 rinomate varietà che presero il suo nome:

1.50 MANZONI ROSA (Trebbiano x Traminer) ad uva rosata

2.3 (Trebbiano x Traminer) ad uva bianca

2.15 MANZONI ROSSO a bacca rossa (Glera x Cabernet Franc)

6.0.13 MANZONI BIANCO (Riesling renano x Pinot bianco)

13.0.25 MANZONI MOSCATO a bacca nera (Raboso Veronese x Moscato d’Amburgo)

Sicuramente la varietà più conosciuta e coltivata è il Manzoni Bianco, vino apprezzato per l’equilibrio e l’eleganza, nonché per il suo delicato aroma di Riesling renano. Si tratta di un vitigno di media vigoria che possiede notevolissime capacità di adattamento a climi e terreni diversi, dando ovunque buoni risultati. Viene ad oggi coltivato in Veneto, soprattutto nelle provincie di Treviso e Vicenza, ma anche in Trentino.

La nostra cantina, inoltre, è orgogliosa di produrre anche la varietà Manzoni Rosa, vinificata in un’inedita quanto rara versione spumante rosé che esalta l’aromaticità del vitigno Traminer al punto da caratterizzare questa bollicina fuori dallo standard del mondo rosé.

Ma come si realizza un incrocio?

Possiamo sintetizzare il lavoro in 3 momenti:

  1. Emasculazione dei fiori(soppressione degli stami del fiore) della varietà porta-seme (madre), operazione effettuata manualmente pochi giorni prima della fioritura, ed insacchettamento dei grappoli preparati.
  2. Raccolta del polline della cultivar scelta come padre.
  3. Impollinazione effettuata nel momento in cui gli stigmi dei fiori sono recettivi. Il grappolo allegato, debitamente contrassegnato, deve poi essere adeguatamente seguito nel corso di tutta la stagione.
    Quando i vinaccioli hanno raggiunto la maturazione fisiologica, si procede alla loro separazione e conservazione al freddo per un periodo sufficiente per ottenere una buona germinazione.

Da questi vinaccioli si ottiene un numero più o meno elevato di plantule che verranno chiaramente contrassegnate e che, dopo una prima fase di allevamento in serra, saranno coltivate in pieno campo fino ad ottenere la fruttificazione.

Sembra facile, ma il lavoro del Professor Manzoni ha richiesto molta pazienza, passione e determinazione. Non ci resta quindi che ringraziarlo per quanto abbia realizzato in un tempo tutto sommato breve, in un periodo non semplice della Storia Italiana che parte dalle ceneri della Grande Guerra al preludio della devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale.

Conclusioni

Luigi Manzoni era un uomo di carattere schivo, che non amava apparire, ma la sua mente moderna era proiettata al futuro. Anche per questo motivo fu eletto consigliere comunale e ricoprì l’incarico di Sindaco di Conegliano dal 1946 al 1949, gli anni della ricostruzione.

Il suo impegno di ricercatore e sperimentatore, che affiancò alla docenza prima e al ruolo di Preside poi, caratterizzò il suo operato all’interno della Scuola enologica di Conegliano dal 1933 al 1958 contribuendo in modo attivo alla ripresa delle attività didattiche al termine della Seconda Guerra Mondiale.

Desideriamo quindi onorare la sua memoria e il ricordo del suo contributo all’enologia italiana con le parole della Prof.ssa Mariagrazia Morgan Dirigente Scolastica della Scuola Enologica di Conegliano:

Il Professor Luigi Manzoni era e resterà un personaggio di spicco e non solo nel campo vitivinicolo. Ritengo possa essere un modello ancora molto attuale per i nostri studenti: la capacità di affrontare le sfide concrete del proprio lavoro secondo un modo di pensare scientifico, “da ricercatore”, è una competenza che può fare la differenza nell’ambito dell’evoluzione di molte professioni, per l’innovazione aziendale e per lo sviluppo del territorio in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

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