La Produzione di Vini che racconta il Territorio

Nel 2005 nasce la cantina di vini Ca’ di Rajo, sulle fondamenta gettate dalla famiglia Cecchetto, che già produceva uva sin dal 1931, prima con il nonno Marino e poi con il padre Bortolo. Alla guida dell’azienda, troviamo ora la terza generazione della famiglia Cecchetto, con i fratelli Simone, Alessio e Fabio.

Fiore all’occhiello della produzione dell’azienda Ca’ di Rajo è il Raboso Piave, cavallo di razza difficile da domare, vino unico e tra i più tipici della DOC Piave che dal 2012 si forgia della nuova DOCG Malanotte del Piave.

Il Raboso Piave è un vino quasi estremo e forse per questo lasciato in disparte, perché intimorisce per la sua natura forte e rabbiosa.

Altro vitigno autoctono è il Manzoni Bianco 6.0.13, che trova nel bacino del Piave un terreno adatto per il suo sviluppo, proprio come lo voleva colui che lo ideò: il Prof. Luigi Manzoni, ricercatore e luminare per oltre 60 anni alla Scuola Enologia di Conegliano.

Nei fertili terreni dell’azienda Ca’ di Rajo si producono inoltre Pinot Grigio, Chardonnay, Traminer, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.

Le Certificazioni

L’azienda si avvale delle più innovative tecnologie di vinificazione, con uno spirito imprenditoriale moderno, dinamico e sostenibile.
Nel corso degli ultimi anni, grazie ad un controllo meticoloso di tutti i processi produttivi lungo l’intera filiera, Ca’ di Rajo è oggi una realtà solida e attenta ai trend del mercato internazionale, in grado di garantire standard di produzione sicuri e certificati FSSC 22000.

Da diversi anni, l’azienda ha aderito al Sistema di Qualità Nazionale Integrata (SQNPI). Tale certificazione, concessa solamente a quelle aziende italiane che utilizzano tecniche di produzione agricola integrata, ha tra i suoi obiettivi, garantire che tutti i processi produttivi siano sostenibili, ovvero rispettosi per l’ambiente e sicuri per la salute di tutti.

Storia di un territorio

Chiesetta del Carmine, Casa Convento e Torre di Rai.

La Chiesetta del Carmine con adiacente Casa Convento e la Torre di Rai sono simboli di grande interesse storico ed artistico, importanti per la storia di Rai e della campagna trevigiana che si estende da Conegliano a Oderzo, territorio su cui sorge l’azienda Ca’ di Rajo.

La Chiesa e il Convento erano parte di un complesso claustrale di padri carmelitani e  vennero costruiti per volontà di Rambaldo XII, conte di Collalto, nel XIV secolo. Gli edifici erano parte integrante del cortile di un grande castello, andato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e di cui rimangono solamente i resti del muro della torre centrale.

La chiesetta del Carmine invece si è conservata in buono stato, pur subendo diverse inondazioni nel corso dei secoli.

Una singolare incisione presente sullo spigolo interno del portone testimonia proprio uno di questi episodi con l’acqua del fiume Piave che, nel 1567, giunse addirittura all’altezza di 1,50 metri. È ben conservata anche una parte del cortile interno dal quale si possono ammirare qualche pittura murale ed una meridiana, addossate alle pareti della chiesa; dal cortile ben appare anche il campanile, che era originariamente una torre di vedetta.

I resti della torre di Rai svettano sulla cima di una collinetta a breve distanza dalla Chiesa: il rudere, circondato da alberi centenari e campi coltivati, è immerso in una cornice bucolica che lo rende unico nel suo genere.

La torre di Rai fu costruita per motivi strategico-militari nel X secolo su fondazioni romane e ha subito le maggiori devastazioni in epoca relativamente recente: una prima volta nel 1918 durante la ritirata Austriaca e una seconda nel 1925 a causa di un fulmine.

Queste strutture sono parte integrante dell’azienda Ca’ di Rajo e sono sempre visitabili attraverso percorsi guidati e degustazioni

Azienda Ca’ di Rajo vitigni autoctoni

RESTA IN CONTATTO
CON CA’ DI RAJO