"Carattere Veneto per il Raboso Piave". Questo è il titolo di un articolo della celebre rivista TasteVin in cui si parla anche del Raboso di Ca' di Rajo.
Nell'articolo si può leggere:
[…] si può considerare il Raboso come il vitigno a bacca rossa più diffuso nella zona fino alla fine dell’800, con citazioni che partono dal 1500 che descrivono il vino derivante come un rosso potente, rustico, difficile da domare: insomma un vino “rabbioso” che nella parlata veneta 20 diventa “raboso”.
E ancora:
Già all’epoca una delle più alte elevazioni per il Raboso era la versione passita che furoreggiava presso i palazzi nobiliari Veneziani, prodotto con il metodo di appassimento sui graticci fino a marzo-aprile, per poi procedere con l’ammostamento. Ne risultava un nettare, corpo- so e di grande spinta aromatica, comunque dotato di una acidità residua che ne permetteva l’af- finamento per anni. Si parla di bottiglie di oltre cinquant’anni perfettamente conservate, il cui vino era decisamente ottimo!
Sulle caratteristiche del vino:
In bocca si espande e avvolge il palato con una bella bilanciatura tra le note dure e la morbidezza tipica delle uve appassite. Con il tempo migliora, darà sicuramente il meglio intorno ai 5-6 anni dalla vendemmia. Vitigno molto eclettico il Raboso, tanto che dobbiamo citare altre versioni disponibili che ben figurano: un rosè, ottenuto un tempo “lavando” il vino bianco nelle bucce del Raboso e ora vinificato in purezza con breve macerazione, ma spesso in cuvèe con altri vitigni quali Pinot Nero, e una versione frizzante, che allieta servito ben fresco – le calde estati delle grave del Piave.